La cellulite, conosciuta anche con il suo termine scientifico “pannicolopatia edematofibrosclerotica” è un disturbo multifattoriale che colpisce la maggior parte delle donne, caratterizzato da un inestetismo di pelle “a buccia d’arancia”: una vera e propria patologia in cui dieta e stile di vita giocano un ruolo primario nella sua prevenzione e nel suo trattamento.
Come ben sappiamo, esistono varie metodologie di trattamento: cosmetiche, estetiche o medico estetiche, tutte accumunate dalla necessità di abbinare i trattamenti ad una corretta alimentazione e ad uno stile di vita sano.
Normalmente, iniziamo a preoccuparci quando compaiono i primi sintomi ma, purtroppo, a volte può essere già troppo tardi e richiedere trattamenti lunghi e costosi per correre ai ripari.
Esiste, però, una tecnologia in grado di farci battere sul tempo l’insorgenza della cellulite: stiamo parlando della termografia a contatto, in grado di rilevarne la presenza sin dai primissimi stadi quando ancora impossibile da rilevare ad occhio nudo o con la palpazione.
Questo rappresenta una vera e propria rivoluzione dal punto di vista preventivo: riuscire a combattere la cellulite, quando ancora non si è manifestata completamente, permette di aumentare le possibilità di riuscita, diminuendo anche l’invasività di eventuali trattamenti a cui dovremmo sottoporci normalmente a condizione già presentata.
L’analisi termografica della cellulite si basa sull’utilizzo di lastre termografiche a cristalli liquidi: un sistema altamente professionale in grado di mostrare, in pochi secondi, la reale condizione dei tessuti sottostanti semplicemente appoggiando la lastra sulla zona da analizzare.
Questa sua peculiarità la rende adatta a chiunque, non presentando alcun tipo di controindicazione o di invasività nell’esecuzione dell’analisi, permettendo anche una ripetibilità ogni qual volta si vorrà controllare l’avanzamento dei progressi ottenuti dal trattamento o dalla dieta che stiamo seguendo.
Il sistema sfrutta il principio per cui la cellulite, essendo un fattore che coinvolge la microcircolazione, provoca minime alterazioni della temperatura cutanea che possono essere rilevate dalle nostre lastre termografiche.
Ad esempio, nelle zone più calde si possono riscontrare condizioni di stasi sanguigna, mentre in quelle più fredde la presenza di noduli e macronoduli; in assenza, invece, il tessuto è riccamente irrorato e la temperatura risulta omogenea.
Come per tutte le patologie, è sicuramente meglio prevenire che dover ricorrere, in seguito, a sacrifici ben più grandi sia in termini economici (sottoponendoci a costosi trattamenti) che in termini dietetici.